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Samuele Bersani live @ Teatro Nuovo: foto e video


Ieri sera al Teatro Nuovo il piacevole e interessante dialogo concerto con Samuele Bersani, che ha messo tutto il pubblico di buonumore con la sua intelligente affabilità.

Samuele Bersani canta Psycho in versione pianoforte (Alessandro Gwiss) e voce

Live “Replay”

Samuele Bersani canta “Il conformista” di Giorgio Gaber a Che tempo che fa, 21 gennaio 2013

Psycho

Sono stato in cura per degli anni
da un analista sordomuto
che mi aiutava con dei cenni e molta buona volontà
a riprendrmi dai traumi che avevo avuto
in un’altra vita.

Sono stato in cura per degli anni
da un analista logorroico
che mi privava dei commenti
quando mi raccontava
la sua storia nei dettagli da paranoico senza prospettiva.

Rit: C’è troppa pioggia e sto perdendo quota
attraversando vuoti d’aria tra le nuvole.
Se piango in acqua non si nota
e in mezzo agli altri si consiglia di sorridere.

A volte io ho paura di voi più che della solitudine.

Sono stao in fuga per degli anni
ero il fantastma di me stesso
un Don Giovanni nel deserto
che si bruciava l’anima
quante volte nei ricordi mi ero già perso
ma così mai prima.

Sono stato solo per degli anni
guadrdavo il mondo dagli specchi
che ripetevano i miei sbagli
tutte le mie fragilità
poi di colpo qui d’avanti con i tuoi occhi
ho una via d’uscita.

Rit: c’è poca pioggia e sto aspettando un fuoco
una scintilla che mi accenda nella cenere
un’alba in questo buio cieco
sulla tua pelle ritornare ancora a scrivere.

A volte io ho ancora paura di chi sia solo una mia immagine.

Alla chitarra ho messo corde nuove
uscite fuori come code di lucertole,
e ho messo in fila le parole
dalla tua bocca alla mia facendo ordine.

A volte io ho paura di voi più che della solitudine.
A volte io ho paura di voi più che della solitudine.

Replay

(Bersani – D’Onghia – Bersani)

Dentro al replay tra miliardi di altri ci sei, e non hai scia – luminosa d’auto anche di periferia – come i sogni che farai o prenderai a noleggio quando ti addormenterai con le scarpe sul letto.

Dentro al replay con la testa girata un po’ in su da fotografia ci sei anche tu prima di andare via .”Se rimango ancora qui è come se morissi, e guardandomi allo specchio ad un tratto sparissi”.

Cadono le stelle, sono cieco e dove cadono non so, cercherò, proverò davvero ad avere sempre su di me il profumo delle mani, riuscire a fare sogni tridimensionali, non chiedere mai niente al mondo, solo te. Come una cosa che non c’è, cercando dappertutto anche in me ti vedo.

Dentro al replay in un attimo c’ero e anche lei ma in quel momento qualcosa ho cancellato, si è fermato il tempo, la sua regolarità, è come se morissi, è sparita anche la luna, è cominciata l’eclissi.

Cadono le stelle, allora è vero ed io non so se ci sarò, dove andrò non lo so, se lo merito o no, se correggerò gli effetti dei miei guasti nucleari, se troverò il coraggio ti telefono domani, e più sarò lontano più sarò da te, dimenticato e muto come uno che non c’è. Tornerò, tornerò davvero a sentire su di me profumo delle mani.

Di notte io farò sogni tridimensionali senza chiedere mai niente al mondo, neanche a te.

Senza chiedermi perché ti vedo dappertutto, anche in me ti vedo.