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VeronaTarghe e lapidi

20150201_p1240284 Targhe e lapidi 3 Feb ’15 dismappa

La piena dell’Adige nel 1868 a Veronetta


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Sul muro in mattoni di Castelvecchio, prima che inizino le Regaste, ci sono le due targhe a ricordo delle piene dell'Adige a Verona città del 5 ottobre 1868 e 17 settembre 1882 Targhe e lapidi 7 Nov ’14 dismappa

Ricordi delle inondazioni dell’Adige a Castelvecchio


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Ad Angelo Messedaglia onore e lume delle scienze economiche e sociali l'Accademia che lo ebbe Socio e Segretario eresse nel MDCCCCIV Angelo Messedaglia (Villafranca di Verona, 2 novembre 1820 – Roma, 5 aprile 1901) è stato un politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XV legislatura. A lui è dedicato il liceo scientifico più prestigioso di Verona: il Liceo scientifico statale Angelo Messedaglia. Vita Angelo Messedaglia nacque a Villafranca di Verona il 2 novembre del 1820, all'epoca nel Regno Lombardo Veneto. Diplomato presso il Cesareo Regio Convitto in Sant'Anastasia (attuale "Liceo-Ginnasio Scipione Maffei"), si laureò in Giurisprudenza presso l'Università di Pavia, dove iniziò la sua carriera di docente. Negli anni successivi insegnò anche a Padova e a Roma. Convinto sostenitore degli ideali risorgimentali, denunciò la repressione austriaca contro la popolazione veronese dopo l'annessione del Veneto all'Italianel 1866. Amico di Marco Minghetti e Quintino Sella, fu sostenitore della Destra, nelle cui file sedette in Parlamento come Deputato fra il 1866 e il 1882. Apprezzato per le sue competenze giuridiche, tributarie e statistiche, rifiutò la carica di ministro che gli venne offerta, preferendo dedicarsi completamente allo studio. Proprio i molti interessi culturali sono la principale caratteristica di Messedaglia: conosceva più lingue, sia straniere sia antiche; pubblicò non soltanto studi statistici ed economici, ma anche scritti omerici e traduzioni in italiano di poesie di Henry Wadsworth Longfellow e di Thomas Moore. Fu in contatto conCarducci e Fogazzaro. Membro di varie Accademie italiane e straniere, ricoprì la carica di Presidente dell'Accademia dei Lincei fino al giorno della morte. È considerato il precursore delle moderne facoltà di Scienze Politiche per via delle sue proposte di introdurre un piano organico di studi politico-amministrativi nell'ambito delle Facoltà di Giurisprudenza. Larga parte della sua produzione è attualmente conservata alla Biblioteca Civica di Verona, su affidamento del nipote Luigi. via Leoni 31 Ago ’14 dismappa

Il busto di Angelo Messedaglia nel cortile dell’Accademia di Scienze e Lettere


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20140711 Palazzo prefettura Provincia Verona accessibilita 629 Targhe e lapidi 6 Ago ’14 dismappa

Dante a Verona


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20140704 Targa Ettore Arduino Verona Veronesi illustri 12 Lug ’14 dismappa

La targa dedicata a Ettore Arduino


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La targa commemorativa per il filosofo Romano Guardini, in via Leoncino a Verona Veronesi illustri 30 Giu ’14 dismappa

La targa a Romano Guardini in via Leoncino


La targa della casa natale del filosofo Romano Guardini in via Leoncino 14
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20140525 Targa casa natale Teodora Campostrini Verona Veronesi illustri 5 Giu ’14 dismappa

La casa natale di Teodora Campostrini


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20121014 Istituto del Nastro Azzurro Citta di Verona Targhe e lapidi 24 Feb ’14 dismappa

Istituto del nastro azzurro


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20131230 Corte Sgarzarie Verona Iscrizione 02 Targhe e lapidi 11 Gen ’14 dismappa

Corte Sgarzarie


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Francesco Viviani su Wikipedia"] Francesco Viviani Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Francesco Viviani Francesco Viviani (Verona, 20 dicembre 1891 – Buchenwald, 6 febbraio 1945) è stato un insegnante, antifascista,ed esponente della Resistenza italiano. Indice [nascondi] 1 Biografia 1.1 Attività nella resistenza (1943-1945) 2 Note 3 Bibliografia Biografia [modifica sorgente] Diplomatosi nel 1911 presso il Regio Liceo classico Scipione Maffei di Verona, si laureò in lettere e filosofia all'università di Padova nel 1916. Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento. Dopo la guerra si iscrisse alla associazione di ex-combattenti “Italia Libera” considerata poi dal fascismo centro di attività sovversive. Insegnò in varie sedi ma fu sospeso dall'insegnamento dal 1925 al 1928, risultando già schedato dal 1925 nel Casellario Politico Centrale come antifascista. In quel periodo richiese inutilmente il passaporto per la Francia. Dal 1929 al 1936 insegnò latino e greco presso il Regio Liceo classico Ariosto di Ferrara dove ebbe come allievi, tra gli altri, Giorgio Bassani[1], Lanfranco Caretti,[2], Gaetano Tumiati,[3] Giorgio Franceschini, Vincenzo Cavallari, Raffaello Collevati. Dal 1930 al 1940 collaborò con il “Corriere Padano” di Ferrara fondato da Italo Balbo e diretto da Nello Quilici, con articoli di letteratura e critica musicale. Nel 1936 fu trasferito al liceo-ginnasio di Sciacca in seguito ad una inchiesta disciplinare da parte del ministero dell'educazione nazionale, ma poté riavvicinarsi grazie ad una amnistia governativa, insegnando ad Adria dal 1939 e a Rovigo dal 1941. Nel 1938 conseguì una seconda laurea, in giurisprudenza, presso l'università di Ferrara. Attività nella resistenza (1943-1945) [modifica sorgente] Nel 1943 aderì al Partito d'Azione e dopo l'arresto dei componenti del gruppo dell'avvocato Giuseppe Tommasi, considerato impropriamente primo CLN della provincia di Verona,[4] guidò il vero e proprio primo CLN provinciale di Verona al quale parteciparono l'avvocato Giuseppe Pollorini (liberale), Giuseppe Deambrogi e Guglielmo Bravo (comunisti), Giuseppe Marconcini e Angelo Butturini (socialisti), Giovanni Domaschi (anarchico) e il professore Vittore Bocchetta (indipendente). Consiglieri militari erano il tenente colonnello Paolo Rossi, il maggiore Arturo Zenorini e il maresciallo Mario Ardu. Fu arrestato dai fascisti il 2 luglio 1944 e in quei giorni furono anche arrestati quasi tutti i componenti del gruppo. Fu trasportato nelle casermette di Montorio Veronese dove per due settimane fu interrogato e torturato dai fascisti. Fu poi consegnato ai tedeschi e trasferito prima nel carcere degli Scalzi e poi nelle celle ricavate nei sotterranei del palazzo dell'INA diventato sede del SD (il servizio segreto delle SS). Fu trasferito al campo di transito di Bolzano il 25 agosto 1944 e detenuto nel blocco E, recintato col filo spinato perché riservato ai prigionieri politici considerati più pericolosi.[5] Fu deportato in Germania con gli altri componenti del suo gruppo il 5 settembre 1944 su un convoglio ferroviario di carri bestiame che trasportò 435 prigionieri, tra i quali Teresio Olivelli, Odoardo Focherini e il fratello di Sandro Pertini, Eugenio.[6] Fu immatricolato il 7 settembre 1944 nel campo di Flossenbürg con il triangolo rosso ed il numero 21786. Il 4 dicembre 1944, terminato il periodo di quarantena, fu destinato al campo di concentramento di Mittelbau-Dora dove fu registrato il 6 dicembre 1944 con il numero 101978. Morì il 6 febbraio 1945 a Buchenwald.[7] A Verona gli è stata intitolata una piazza ed il suo nome compare in alcune lapidi commemorative. Rovigo gli ha dedicato una via. In provincia di Ferrara sono deliberati ogni anno dal 1987 i "Riconoscimenti Francesco Viviani" per gli studenti delle scuole superiori che si diplomano con il massimo dei voti. Note [modifica sorgente] 1.^ come accuratamente documentato in Claudio Cazzola, Un Professore “Dietro la porta”: Francesco Viviani, in Senecio, Napoli, Vico Acitillo 124 – Poetry Wave, 2007, Viviani è il Professor Guzzo del romanzo di Bassani Dietro la Porta. 2.^ Caretti ricorda così Viviani: "Non dico che tutto ciò che le sue lezioni suggerivano, ci apparisse tutto chiaro. Ma certo quel suo ostinato martellare su concetti di libertà e di giustizia, di etica individuale e di coraggiosa razionalità, quelle sue costanti allusioni ai fatti del giorno dissacrati non direttamente ma mediante il ricorso significativo a fatti remoti nel tempo ma sostanzialmente analoghi, non poterono non generare via via nelle coscienze di alcuni di noi fermentazioni attive e dischiuderci così un continente di pensieri nuovi e conturbanti." (Lanfranco Caretti, Testimonianza, in W. Moretti La cultura ferrarese fra le due guerre mondiali. Dalla Scuola Metafisica a “Ossessione”, Bologna, Cappelli, 1979). 3.^ Gaetano Tumiati, Francesco Viviani: professore mitico, in Ferrara – Voci di una città, 5, 1996: "a Ferrara era diventato una figura mitica per la sua cultura, la sua eccezionale severità e per la fama di antifascismo dovuta al fatto che – caso rarissimo fra gli insegnanti – non aveva mai preso la tessera del partito". 4.^ Non era composto da rappresentanti di partiti politici come i veri CLN, ma fu piuttosto il primo tentativo di alcuni intellettuali di organizzarsi contro il nazifascismo a Verona. 5.^ Vittore Bocchetta,1940-1945 Quinquennio Infame, Verona, Edizioni Gielle, 1991. 6.^ Dario Venegoni, Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano, Milano, Fondazione Memoria della Deportazione/Mimesis, 2005 ISBN 88-8483-298-5. 7.^ Brunello Mantelli, Nicola Tranfaglia, Il libro dei deportati, Milano, Mursia, 2009 ISBN 978-88-425-4228-5. Bibliografia [modifica sorgente] Virgilio Santato, Un intellettuale nell'Antifascismo - Francesco Viviani (1891-1945): dall'"Italia Libera"a Buchenwald, Rovigo, Minelliana, 1987. Attilio Argentoni, Francesco Viviani nella Resistenza Veronese, Verona, Bettinelli, 1970. Franco Riva, Francesco Viviani: Testimonianze, Padova, Zanocco, 1947. Giuseppe Silvestri, Albergo agli Scalzi, Vicenza, Neri Pozza, 1963. Vittore Bocchetta, 1940-1945 Quinquennio Infame, Verona, Edizioni Gielle, 1991. via Cappello 20 Dic ’13 dismappa

La targa dedicata a Francesco Viviani (Verona, 20 dicembre 1891 – Buchenwald, 6 febbraio 1945)


All’altezza del primo piano della casa in via Cappello 18 la targa recita:

FRANCESCO VIVIANI TEMPRATO AGLI STUDI CLASSICI VIVENDO IN POVERTÀ INFUSE NEI GIOVANII TESORI DELLA CULTURA NOSTRA PER EDUCARLI ALLA LIBERTÀ CUI SACRIFICÒ LA VITA NELLA GERMANIA FOSCA E FATALE

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